Lo stato di Flow
20 Maggio 2014Coaching: Istruzioni per l’uso
13 Novembre 2014Molto spesso accade però che si cerchi la propria motivazione al di fuori della nostra sfera: è la cosiddetta motivazione "estrinseca" (o esterna); essa presenta delle caratteristiche che - per ovvi motivi - non producono in noi una sufficiente "spinta emotiva" ad agire.
Ben diverso il discorso della motivazione "intrinseca": perfettamente in linea con il nostro essere, rappresenta la suprema sintesi tra ciò che vogliamo ardentemente e ciò che siamo in grado di fare per ottenere quanto desiderato.
La motivazione intrinseca non ha bisogno dei cosiddetti "rinforzi esterni" (come ad es. accade nelle aziende con il sistema del "bastone e carota": se fai qualcosa di "dovuto", ti do in cambio qualcosa di piacevole) e presenta in maniera chiara i 2 fattori cardine:
1) il fattore ENERGETICO: la motivazione rappresenta la spinta "attivante";
2) il fattore DIREZIONALE: la motivazione ci porta a definire una "meta chiara".
E' interessante notare che - in caso di motivazione intrinseca - l'inner game tende a placarsi: nel gioco continuo tra il SE1 ed il SE2 (cioè l'io giudicante e l'io agente), i bisogni sono talmente forti (o anche "autodeterminati") che nulla risulta in grado di fermare la spinta motivazionale: in pratica, tendono a sparire le interferenze - sia esterne che interne.
Motivazione ed Inner Game: un binomio che approfondiremo!
Al prox post...
Roberto Ardizzi
2 Comments
Uno spunto davvero interessante 🙂
mi interessa molto la parte legata al FATTORE DIREZIONALE.
Grazie
Grazie a te Paola 😉
se la meta non è chiara, non è possibile definire un adeguato piano d’azione, e – pertanto – avviare quella serie di azioni che indirizzino verso la giusta direzione!